“Foglie secche di quercia”

Per abbassare il pH in commercio troviamo svariate soluzioni o panacee che chiamar si vogliano, che si presentano come “Estratto di XXX” dove la incognita X è un prodotto naturale dal quale ne deriva il prodotto finale, variante che puo’ essere torba, quercia, ontano, ecc… In realtà nella stragrande maggioranza dei casi non sono gli elementi estratti a sortire l’effetto desiderato (modulatori di pH..passatemi il termine), ma la sostanza “estraente”, che quasi sempre è un acido forte tecnico, che non viene mai descritto nei bugiardini o sulla confezione..fosse pure sul tappo scritto in minuscolo. Da soli comprendiamo che la differenza tra acido e “decotto” è immensa, e che, non essendoci la descrizione dell’acido impiegato, il procedimento di “estrazione” può cambiare senza necessità di preavviso visto che l’accquariofilo non ne conosce nemmeno la fonte “estraente” principale. Può essere acido ortofosforico, o qualunque esso sia, arriva sugli scaffali come “Gocce d’Amazzonia” (è un nome che ho appena inventato, pertanto spero che mentre scrivo non sia uscito un tropicalizzante con tale nome )per vasche di biotopo. Il problema è che molti acidi cambiano  – anzi: squilibrano – lo spettro ionico delle vasche in maniera aggressiva ed inesorabile. Sono stati testati dall’autore, Ing. Hanns-J Krause ( vedi rif. bibliograficiParte I), due prodotti. Prodotto A. Estratto di quercia. Il prodotto esaminato aveva le seguenti caratteristiche: traccia di quercia, pH 0 (zero) e cond. oltre i 4.000 microsiemens. Il “molto corrosivo” della confezione era da prendere in seria considerazione e da non sottovalutare. Seguendo le istruzioni della casa, si sono ottenute le seguenti variazioni. (farò un resoconto riportando il valore del rubinetto seguito dal valore ottenuto successivamente). °dGH12>>°dGH8  – °dKH7 >>>°dKH3  – pH 7,3 >>>pH 6,2 conducibilità da 350 micros. a 270 micros. Era pertanto chiaro che si aveva davanti un agente precipitante, visto  anche il crollo della durezza totale, e che non è un semplice acidificante. Inutile dire in caso di sovradosaggio cosa puo’ succedere, ed il rischio che si corre ad usarlo direttamente in vasca. Prodotto B Estratto torba e quercia di altra marca, che a giudicare dai test preliminari veniva estratto tramite acidi minerali forti come il primo prodotto. Si ha davanti un prodotto con pH 4,5 – cond. 8 microsiemens circa. Usando il prodotto seguendo come il prodotto A i consigli della casa produttrice si hanno le seguenti comparazioni prima e dopo l’utilizzo: °dGH12>>°dGH12- °dKH7 >>>°dKH7  – pH 7,3 >>>pH 7,3 conducibilità da 350 micros. a 350 micros. Quindi in teoria, il prodotto non mantiene la promessa, e anche dopo 4 ridosaggi il pH non variava. In realtà con  °dKH a 7 ovviamente era difficile abbassarlo, ma con °dKH a 3, allora il pH propendeva come desiderato, e sicuramente le coppie erano stimolate da quegli acidi umici e tannici che il prodotto indubbiamente conteneva.


Le conclusioni che l’autore traeva da tale comparazione: I prodotti naturali possono sortire gli effetti desiderati, ma essi sono en toto condizionati dalla metodo o solvente che si utilizza per la loro estrazione, e bisogna sempre effettuare test comparativi per valutarne eventuali squilibri per sostenerne anche la capacità di ovviare ad eventuali inconvenienti.


La torba rimane sempre il rimedio migliore per prendere “uno stormo di piccioni con una fava”, data la sua capacità di scambiatrice di ioni, e di come pertanto trattiene carbonati, ioni Calcio e Magnesio. Richiede solo tempo per il monitoraggio di tale processo per calibrare quantità e tempo di trattamento delle acqua. Ci rileggiamo per la parte terza. [Per discuterne sul forum]


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