La quarantena è una profilassi ad oggi molto consigliata quando si decide di integrare nuovi arrivi in vasche di accrescimento e/o riproduzione. Quali sono le procedure iniziali per effettuare una buona quarantena? Prima di tutto bisogna posizionare le vasche da quarantena ad una certa distanza dalle altre vasche, per scongiurare eventuali contaminazioni. Bisognerebbe attrezzarsi di un set – retini, tubi, sifoni e altro – nuovo dedicato alla quarantena, oppure se si decide di utilizzare il materiale già in possesso lo si deve sterilizzare. La sterilizzazione di tutta l’attrezzatura può essere effettuata versando 30 ml di Formaldeide al 37% – si consiglia l’uso di guanti e altre fondamentali precauzioni – in un secchio con 10 litri d’acqua e dopo un bagno di due ore il tutto è stato disinfettato in modo sicuro. Che grandezza deve avere la vasca da quarantena? Tale vasca non deve essere necessariamente grande, ma deve poter ospitare il numero, le esigenze e la grandezza degli esemplari che si vogliono trattare. E’ sufficiente un acquario semplice e con un’attrezzatura di base che ci consente di ospitare i pesci per un periodo che va dalle 4 alle 6 settimane. Quanto dura la quarantena? Dipende, ad esempio esemplari di Discus selvatici richiedono 4 settimane, mentre gli ibridi di cui non si conosce bene la provenienza anche 6. Per tutte le altre specie che richiedono tale processo il periodo si aggira comunque attorno alle 4 settimane. Che tipo di allestimento deve avere una vasca di quarantena? Materiale decorativo e da fondo non è necessario. Quasi inutile. Senza esso si agevolano le opere di pulizia e si evitano interferenze con sostanze curative. Un fondo privo di sabbia ci consente di verificare lo stato dei pesci attraverso le feci, dato che come ben sappiamo feci filamentose indicano la presenza di flagellati e/o vermi intestinali. Quali apparecchiature e impianti di filtraggio e prefiltraggio bisogna adottare e come vanno gestiti?Se si deve effettuare una termoterapia, di fondamentale importanza è l’utilizzo di termostati di precisione e riscaldatori di adeguata potenza per arrivare ad avere in vasca anche una temperatura di 34/35 °C, se necessario. Analogamente però, la quantità di ossigeno in un’acqua intorno ai 30 °C è scarsa e l’uso di un aeratore durante eventuali terapie è molto importante. Per quel che concerne il sistema di filtraggio, va bene sia un filtro meccanico che biologico ( meglio con spugne sintetiche ) ovviamente utilizzando una pompa di portata adeguata, mediamente si considera una portata oraria doppia rispetto alla capacità dell’acqua.
Unica pecca di questi filtri risulta il fatto che a volte alcuni principi attivi o medicinali a scopo veterinario possono compromettere la flora batterica e viceversa, la flora batterica può degradare il principio attivo.
Diversamente si può ricorrere all’utilizzo dei comuni e attuali filtri ad aria, utilizzati oggi soprattutto in vasche da riproduzione. Di semplice funzionamento, gestione e utilizzo. Come materiale per il prefiltraggio nel caso del primo filtro, viene utilizzata molto la lana di perlon, che però deve essere pulita e lavata di frequente, possibilmente almeno una volta al giorno. L’utilizzo del carbone attivo deve essere limitato, va aggiunto prevalentemente dopo ogni trattamento terapeutico e rimosso prima possibile, combinando la rimozione con cambi d’acqua di almeno il 30%. Quali e come effettuare le terapie durante la quarantena? Per prima cosa si deve regolare la temperatura, in base al tipo di trattamento che vogliamo applicare e del tipo di patogeno che vogliamo monitorare. Usualmente la temperatura può essere impostata sui 30°C, ma per acclimatare i nuovi arrivi la si può impostare inizialmente sui 28°C per aumentare la concentrazione di ossigeno. Se si vuole alzare la temperatura fino a 30°C lo si può fare in 3 o 4 giorni dall’immissione dei pesci in vasca. Se invece vogliamo effettuare dei trattamenti terapeutici contro contro parassiti termo sensibili quali la Costia, ad esempio, possiamo tranquillamente aumentare la temperatura fino a 33°C sempre gradualmente. Lo stesso trattamento è efficace contro i Flagellati intestinali come ad esempio lo Spironucleus. Dal punto di vista chimico?Un periodo di quarantena per discus, deve essere caratterizzato da un valore di pH intorno a 6 dato che pH acidi, inibiscono la proliferazione batterica. Bisogna monitorare costantemente i composti azotati, in particolare i Nitriti, dopo ogni trattamento terapeutico, perché certe sostanze terapeutiche – principi attivi/medicinali – possono decimare o addirittura eliminare la flora batterica del filtro, interrompendo il ciclo dell’azoto.
Eccezioni sono date da trattamenti profilattici o vere e proprie cure: molti farmaci vanno somministrati servendosi per frenare la farmacocinetica della molecola, di una certa durezza. Anche l’illuminazione potrebbe risultare fattore alterante il principio attivo – il suggerimento lo dovremmo sempre prendere dal flacone, dalla confezione, dal blister: normalmente i farmaci sensibili ai raggi UV delle varie fonti luminose vengono venduti in contenitori scuri o scuriti, ed è specificato che potrebbe essere alterato se esposte a fonti luminose.
A questo punto non ci rimane altro che osservare attentamente i nuovi arrivi ed annotare ogni variazione comportamentale e alimentare gli stessi con mangimi secchi e proteici, che non inquinano molto oppure è consigliato anche l’utilizzo di Chironomus congelato. La quarantena e l’acclimatazione dei nuovi esemplari sarà completa solo quando si possono eliminare, aspettando il periodo di latenza delle principali patologie, tutti i dubbi e i problemi che potrebbero portare nuovi esemplari nelle vasche con gli abitanti storici. Si ricorda inoltre che non è detto che dei pesci debbano essere malati o debilitati per palesare patologie, ma basta immettere in vasca specie diverse, provenienti da fonti diverse, per scatenare in vasca il cataclisma. Occhio quindi, e impariamo ad usare la quarantena, per la sicurezza dei nuovi pesci ma anche per i pesci che stanno con noi in vasca da molto tempo. La prudenza non è mai troppa, e noi impariamo a parlarne. Testo di Gianmaria Luvino AKA Jamy Diamond nel forum, foto di Fabio Anelli AKA Astro nel forum
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