I tubifexsono anellidi onnivori il cui habitat li vede stanziali in prossimità di scarichi fognari e liquami: dovuta premessa per descrivere il loro habitat “naturale” –
Dominio: Eukaryota
Regno: Animalia
Sottoregno: Eumetazoa
Ramo: Bilateria
Superphylum: Protostomia (clade): Lophotrochozoa
Phylum: Annelida
Classe: Clitellata Ordine: Oligochaeta
Famiglia: Tubificidae
Genere: ‘Tubifex’
Specie: ”T. tubifex”
La loro caratteristica colorazione rossa è dovuta all’abbondanza di pigmenti respiratori simili alla nostra emoglobina, grazie alla quale riescono a catturare ogni molecola di ossigeno disponibile.
Ovviamente la qualità dei vermi – Tubifex – può variare moltissimo, alcune volte assumono l’odore di deiezioni o prodotti chimici – presenti nelle fogne – che essi emanano: si può facilmente intuire che le acque di provenienza sono altamente inquinate. Detto questo, il loro utilizzo come cibo fresco o vivo sembra effettivamente molto rischioso. I tubifex vivi non solo possono introdurre in vasca parassiti (in allevamenti di salmonidi possono essere il veicolo ideale della spora di Myxobolus cerebralis), ma sono ospiti intermedi sicuri per diversi microrganismi che provocano patologie nei pesci d’acqua dolce, da non dimenticare per esempio l’infestazione da cestodi, che sfruttano i tubifex come sicuri ospiti. Data pertanto la provenienza dei tubifex, e l’esigenza di allevarli in acque dal dinamismo trofico eccessivo, con il processo di liofilizzazione si ha la (quasi) totale eliminazione dell’acqua dai vermi, che vengono poi pressati a a forma di cubetto, senza perdere gusto e qualità nutritive che avevano prima di subire il processo di liofilizzazione. Diciamo che con la prima fase ovvero l’eliminazione dell’acqua (non è corretto parlare di disidratazione) si riesce a bloccare un eventuale processo di riproduzione di patogeni e germi. Dopo la liofilizzazione gli alimenti possono essere conservati per un tempo più lungo rifacendosi sempre alla scadenza. Considerato tuttavia il loro alto contenuto calorico e proteico, i tubifex vanno comunue dosati con parsimonia, sia in termini di quantità che frequenza di somministrazione(un paio di volte a settimana). Sono adatti come alimenti per i Ciclidi americani, sempre con dosaggi non eccessivi e vanno assolutamente evitati per specie la cui dieta è prevalentemente vegetariana, perchè in queste specie dal tratto intestinale particolarmente lungo i tubifex sostano troppo, e possono provocare alcune batteriosi gastroenteriche, occlusioni intestinali e morte. Si attribuisce inoltre, ai tubifex, la trasmissione come passaggio intermedio di un protozoo che scatena l’Hexamita symphysodoni – nome dato appunto perché patologia ad esclusivo carico del genere Symphysodon -. E’ importante anche lo stato di conservazione. Devono essere riposti in luogo fresco e asciutto, altrimenti e’ facile che possano marcire e diventare dimora per la colonizzazione dei batteri. Non esiste un alimento tuttavia che come i tubifex possa far scatenare il vigore e l’appetito anche in esemplari di ciclidi debilitati, né un altro alimento naturale che si possa attaccare al vetro come un cubetto di tubifex, né un alimento che, dopo una cura, possa meglio veicolare vitamine su cui si consiglia di dosarne alcune gocce due volte a settimana. Il tubifex è indiscutibilmente uno degli alimenti più graditi dai ciclidi e dai pesci ad alimentazione carnivora o onnivora, e se un pesce non riesce a farsi stimolare dalla presenza del tubifex in vasca..allora è segno che qualcosa veramente non va. Rischi e pericoli quindi, ma in generale resta un alimento di ottima qualità, e dà grossi risultati sia per la crescita degli avannotti che per la riproduzione di diverse specie d’acqua dolce. Analisi qualitativa media: Proteina Greggia 53%; Grassi greggi 12.5%; Fibra Grezza 3.5%; Ceneri Greggi 9.5%; Umidità 9.5%.
Testo: Gianmaria Luvino aka sul forum Jamy Diamond
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