Devo annoverare la scoperta del Channa bleheri come la mia prima scoperta, frutto di una spedizione “in bicicletta”. Fin’ora le mie spedizioni sono tutte avvenute con mezzi tipo aerei, idroplano, elicotteri, ddugout, canoe, imbarcazioni tipo navi e battelli comunque ogni sorta di veicolo “trainante”, ma anche con aerostati e a piedi, ma in bici MAI!.

Abbiamo attraversato interminabili piantagioni di tea, popolate da timidissime donne di Assam che raccoglievano le foglie.

 La mia prima spedizione alla ricerca di Channa risale al 1985, quando l’unico modo per raggiungere Assam era attraversare Darjeeling, mangiando e dormendo su delle tavole di legno

Chilometri prima della nostra meta abbiamo semplicemente camminato e camminato;  ci aspettava un fiume che abbiamo attraversato a remi. Abbiamo raggiunto Dibru nord al tramonto.

Per cercare e trovare i Channa, mi sono avvalso anche del mezzo “tradizionale” del Darjeeling: l’elefante

E mentre si sistemava la rete nel greto del fiume (beel, che gli indiani usano per dire che è quasi secco), siamo rimasti folgorati dalla bellissima innevata cima dell’Himalaya, che sfoggiava colori mozzafiato: dal rosso-fuoco al giallo-oro, da un delicato turchese al grigio argento.

Ed eccoci nel fiume Dibru, uno dei biotopi del Channa bleheri, ed io “a caccia” del bellissimo pesce

Il mio modo di pescare stimolava la curiosità della gente del posto, che veniva e scrutava tra il mio pescato

Mi ha fatto riflettere, e mi sono reso conto di quanto ero ad un passo dal tetto del mondo! Ho avuto un sussulto emotivo speciale prima che le tenebre della notte senza luna coprissero tutto. E fu proprio in quel momento che fece breccia nella rete una specie di Channa dai colori incredibili. Il “Channa Arcobaleno”, come l’ho soprannominato, probabilmente “una specie nana nuova”, ho subito pensato (descritta successivamente come C. bleheri).  Non avevo mai scorto questa specie in vendita nei mercati locali (la stragrande maggioranza degli “snakehead”, teste di serpente, sono un’importante fonte alimentare in tutto il Sudest Asiatico), sembra piuttosto una specie endemica, circoscritta ad uno specifico areale, piccolo per giunta.

Nei mercatini del pesce, la specie Raibow non era mai presente, seppur il Channa è un pesce commestibile vendutissimo

C. tinsukia, al mercatino di Brachmaputra

Un altro habitat dove abbiamo rilevato la presenza di C. bleheri 

Foto che risale alla mia spedizione del 2009, biotopo di C. bleheri

Un habitat in cui rimane, praticamente, solo fango

Nascosti nel fango, possono essere raccolti con qualsiasi contenitore 

…e anche se solo fango, al Channa basta per sopravvivere!

La testa appare più corta delle altre specie. Occhi rossi tendenti all’azzurro, ma non presente come dettaglio caratterizzante, in quanto in alcuni esemplari erano con gli occhi marrone-azzurri, e il pattern, coloratissimo e lavorato, copre tutta l’estensione del corpo. Le labbra superiori e inferiori, sono scure – blu-oceano. Delle quattro  paia di branchie, le due paia inferiori sono di un incredibile cangiante blu cobalto scuro, orlati di un bianco delicato.

Channa cf. gaucha in acquario, un corretto biotopo

La pinna dorsale ha 34 raggi blu chiaro, attraversati obliquamente dalla base della testa (dalle branchie) da 8-10 linee color cioccolato, fino alla caudale. La caudale, composta da soli 14 raggi, è sempre colorata brillantemente: da sei a otto spot larghi, rossi, ciascuno a coprire sempre la parte centrale dei raggi caudali, di un verde chiaro e iridescenti azzurri. Spottature rosse scure più fitte sono presenti verso la parte finale della pinna caudale. La base della pinna dorsale è marcata da una linea arancione cangiante. La pinna anale  di 24 raggi, è blu scura, il peduncolo blu cobalto scuroe la parte finale nero velluto, con un orlo sottile color arancio. Le pettorali, con 14 raggi, sono giallo arancio e trasparenti, e 3-4 linee verticali marrone scuro sulla base, con poche linee orizzontali e spot verso la parte finale.

Channa bleheri, Assam, fiume Dibru  -India – H. J. Mayland

Non ho mai visto un tale pot-pourri di colori in nessun altro pesce di acqua dolce. Il “testa di serpente arcobaleno (Rainbow Snakehead)” è un appellativo più che giustificato. Un Picasso, un Mirò, un Calder, non sapevano che un loro “maestro” d’arte di ineguagliabile bellezza nuotava alle pendici dell’Himalaya.

 

Heiko Bleher

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